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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

Piero Ciampi- Il vino

Com'è bello il vino Rosso rosso rosso, Bianco è il mattino, Sono dentro a un fosso. E in mezzo all'acqua sporca Godo queste stelle, Questa vita è corta, È scritto sulla pelle. Ma com'è bello il vino Bianco bianco bianco, Rosso è il mattino, Sento male a un fianco. Vita vita vita, Sera dopo sera, Fuggi tra le dita, Spera, Mira, spera.

Orhan Pamuk, "Le stranezze che ho nella testa", Einaudi, 2015

(Traduzione di Barbara La Rosa Salim) Se c'è uno scrittore oggi in grado di raccontare le passioni, i tormenti, le energie che plasmano la vita degli uomini e delle città, quello è Orhan Pamuk. Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle piú complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l'ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell'attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz'altro Rayiha. Da allora non l'ha piú rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere piú appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l'unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in