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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

Paolo Benvegnù - Il Mare Verticale

Come scavare a mani nude nella terra Per sentire il sangue mescolarsi con la pioggia Cauterizzare le ferite vivere per il solo senso che ha Come nuotare in un oceano congelato Per sentire il cuore che ti esplode dentro il petto Vivere per immaginare per percepire il solo senso che ha Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino Perché non sono in grado di comprenderle Essere deboli in un mare verticale Sentire quanto i rischi possano aumentare E odiare per sentirsi vivi Per percepire il solo senso che ha E improvvisamente ritornare primitivi Essere comici e tornare primitivi E bere il sangue del nemico solo per gustarne la diversità Ma io lascio che le cose passino e si sfiorino Perché non sono in grado di comprenderle Io lascio che le cose passino e si sfiorino senza toccarsi  

David Foster Wallace, "Infinite Jest", Einaudi, 2006

(Traduzione di Edoardo Nesi) Infinite Jest è un'opera davvero spettacolare, capace di intossicarvi con la sua comicità e la sua inesauribile inventiva, ma anche di disintossicarvi con pagine di profonda e lucida tristezza. Jonathan Franzen In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l'intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Le droghe sono diffuse ovunque, come una panacea alla noia e alla disperazione. Finché sul mercato irrompe un film misterioso, Infinite Jest , cosí appassionante e ipnotico da cancellare in un istante ogni desiderio se non quello di guardarne le immagini all'infinito, fino alla morte. Nella caccia che si scatena attorno a questa che è la droga perfetta finiscono coinvolti i residenti di una casa di recupero per tossicodipendenti e gli studenti di un'Accademia del Tennis; e ancora imbroglioni, travestiti, artisti