In breve
“People ain’t no good – Brave persone non ce n’è,” dice il Nick Cave cantante. E sembra ribadirlo il Nick Cave scrittore con La morte di Bunny Munro, una feroce, ironica e “omicida” ballata che racconta la spassosa avventura di una coppia inedita, Bunny, commesso viaggiatore peccaminoso, e il figlio Bunny Junior, un ragazzino di nove anni, alle prese con tragedie più grandi di loro. Video, news, estratti, approfondimenti su lamortedibunnymunro.it, il sito ufficiale italiano del libro.
Il libro
Bunny Munro vende prodotti di bellezza, miraggi alle solitarie casalinghe della costa del Sud dell’Inghilterra. Alla deriva dopo il suicidio della moglie e in lotta nel tentativo di mantenere una presa sulla realtà, Bunny fa l’unica cosa che gli viene in mente: si mette sulla strada che è sempre stata la sua, con il figlio Bunny Junior di nove anni a rimorchio. La peregrinazione diventa sempre più bizzarra e frenetica, e il viaggio lo porta inesorabilmente a una resa dei conti. Sulla via, riemergono gli spettri del passato – padri decrepiti, fantasmi vendicativi, mariti gelosi ed eccitati killer psicopatici – e vengono a riscuotere i loro debiti…
La morte di Bunny Munro, incandescente e modernissimo racconto morale, è anche il tenero ritratto di una complessa relazione padre-figlio che il lettore non scorderà facilmente. Un grande evento letterario.
“Commesso viaggiatore, donnaiolo, morto che cammina; Bunny Munro forse non è un uomo qualunque, ma qualunque uomo dovrebbe leggere questo libro. E leggerlo per metà sbellicandosi dalle risate e per metà in lacrime, e con la stessa cognizione di sé che si ha davanti allo specchio la mattina dopo.”
David Peace
“Metti Corman McCarthy, Franz Kafka e Benny Hill insieme in un alberghetto sul lido di Brighton e potrebbero venirsene fuori con Bunny Munro. Così com’è, il romanzo emerge maestosamente come il lavoro di uno dei grandi raccontastorie della nostra epoca; è una lettura compulsiva dotata del marchio di fabbrica di Nick Cave, orrore e umanità, spesso appena mascherati da spassosa cavalcata.”
Irvine Welsh
fonte: http://www.feltrinelliedit
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