Come le canzoni più riuscite di Manu Chao, i racconti di Pedro Lemebel sono sovversivi, dolcissimi, pieni di ritmo. Racconti che acciuffano il lato tenero, bello, misterioso del mondo. Ne prendono per la collottola il lato marcio, antilibertario, stereotipato e lo fanno a pezzi scherzando.
Passeggiate accanto a Pedro mentre “graffia” una dama d’alto bordo della destra più reazionaria, o si barrica in una fuga alcolica, o corteggia e sbeffeggia i politici che lo vorrebbero usare... regalatevi un surf pieno di erotismo nella clamorosa “buena onda” di un grande innovatore.
Imbarcatevi sulla “Cubana de Aviación”: e il gusto di quel paese unico al mondo ve lo sorseggerete anche prima del decollo.
Nascondetevi in una stanzina d’albergo in riva al mare, sul confine fra Cile e Perù: proverete il brivido della trasgressione in una chiave che non conoscevate ancora.
Pubblicati sui giornali dell’opposizione – «Pagina Abierta», «The Clinic» – trasmessi da Radio Tierra e poi raccolti in quattro volumi – La esquina es mi corazón, Loco afán: Crónicas de sidario, De perlas y Cicatrices, Zanjón de la Aguada – questi racconti sono comparsi nelle classifiche dei libri più venduti.
Il suo primo romanzo, Ho paura torero, è stato il libro più venduto in Cile nel 2001.
Da noi, è stato ristampato cinque volte.
Non si può parlare di letteratura cilena contemporanea senza nominare Pedro Lemebel. Pedro è diventato in pochi anni Lo Scrittore per eccellenza, facendo scoprire ai lettori un altro mondo, un altro Cile. Un Cile nascosto, che nessuno vuole vedere. Che Lemebel racconta con allegria. Per la prima volta, dà voce all’omosessuale, allo sbandato, alla prostituta, al “gallo” dell’angolo che nessuno vede.
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