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"Sotto il vulcano", Malcolm Lowry, Feltrinelli


(Traduzione: Giorgio Monicelli)

In breve
Edizione speciale per i cinquant’anni della Casa editrice - La lotta disperata di un uomo che assiste alla disgregazione della sua vita in un paesaggio messicano deformato dagli effetti dell'alcol.
Il libro
Dal 1947, anno della prima edizione, la fama di Sotto il vulcano è andata crescendo, al punto che oggi viene universalmente giudicato uno dei massimi romanzi del nostro secolo. Scrittore denso e seducente, non a caso circondato da un’aura mitica, Lowry volle scrivere, per sua stessa ammissione, una Divina Commedia ubriaca. La definizione resta calzante, perché Sotto il vulcano se da una parte è la storia, ambientata in Messico, di un alcolizzato perseguitato da un oscuro complesso di colpa e incapace di ristabilire un rapporto con la moglie, dall’altra si configura, grazie anche a una fitta rete di riferimenti e paralleli culturali, come una grandiosa allegoria moderna della redenzione, o meglio come “un’opera faustiana” (Max-Pol Fouchet).
Il paesaggio messicano pare progressivamente deformato dall’effetto dell’alcol sulla psiche del Console (il protagonista), ma questi non combatte solo una disperata lotta contro la gelosia e contro l’alcol, bensì vive la disintegrazione di un mondo che si rivela sempre più minaccioso e assurdo: in questa prospettiva Sotto il vulcano costituisce anche una diagnosi, scritta subito prima della seconda guerra mondiale, di una crisi davvero storica e destinata a incombere a lungo sul “bel giardino” che in molte di queste pagine si scongiura di non lasciar distruggere. Lowry aveva sostenuto che Sotto il vulcano è “una profezia, un monito politico, un criptogramma”: sono tre livelli di interpretazione che coesistono perfettamente e che non cessano di coinvolgere il lettore, alle prese con un materiale narrativo e intellettuale ricchissimo.

http://www.feltrinellieditore.it/SchedaLibro?id_volume=5000394

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