(Traduzione di Norman Gobetti)
«The Tatler»
http://www.einaudi.it/libri/libro/aravind-adiga/l-ultimo-uomo-nella-torre/978880620516
Che cosa siamo disposti a fare per denaro quando
l'offerta è così alta da cambiare radicalmente la nostra
vita? Tutto, rispondono i condòmini del Vishram
di fronte all'offerta del costruttore Dharmen Shah,
che al posto del vecchio stabile di Mumbai vuole
erigere un grattacielo di appartamenti di lusso.
Tutti i condòmini? Tutti tranne uno. È l'ultimo
uomo nella torre, l'integerrimo, l'inamovibile,
che per i rispettabili occupanti del Vishram diventa
l'ostacolo che si frappone alle loro speranze di felicità.
Inaugurata il 14 novembre 1959, nel
settantesimo compleanno di Jawaharlal
Nehru, la società edile cooperativa Vishram
è la nonna di tutti i condomìni
pucca da allora sorti in un quartiere di
Mumbai, Vakola, che decoroso non è affatto.
I suoi abitanti, suddivisi in cattolici,
indù e perfino qualche musulmano
«del tipo migliore», come in una felice
applicazione dei valori nehruviani di
cooperazione e convivenza, difendono
a oltranza quello status borghese, a dispetto
degli inequivocabili segni di decadenza
mostrati da uno stabile dove i muri
fioriscono di umidità, il tetto rischia
di cedere sotto la pressione dei monsoni
e l'acqua scorre dai rubinetti per poche
ore al giorno.
Ma a Mumbai il nuovissimo scalza il
nuovo alla velocità di un treno in corsa,
il lusso scalza il decoro, e chi non salta
in tempo può facilmente finire stritolato
sotto le sue ruote. Nella folle corsa per accaparrarsi
terra da edificare, il grande costruttore
Dharmen Shah fa ai condòmini
un'offerta irrifiutabile: acquistare i vari
appartamenti al doppio del loro valore di
mercato per poter demolire l'edificio ed
erigere al suo posto quel luccicante coacervo
di stili che sarà lo Shanghai, il progetto
di tutta la sua vita. Sono previsti un
«regalino» extra per invogliare i dubbiosi,
le minacce del truce «braccio sinistro»
Shanmugham per ammorbidire i refrattari,
e una condizione per tutti: che l'offerta
sia firmata all'unanimità.
In un attimo la cooperativa torna ad
essere accozzaglia di individui non cooperanti - i coniugi Puri e il loro diciottenne
figlio down; lo spregiudicato
agente immobiliare Ramesh Ajwani,
appassionato di donne e comodità, e il
gioviale Ibrahim Kudwa, proprietario di
un internet café e paradigmatico «uomo
medio» del condominio, ansioso di compiacere
e partecipare; l'ambiguo amministratore
dello stabile, Ashvin Kothari,
con un sogno in ogni cassetto, e la
«Corazzata» Georgina Rego, assistente
sociale abbandonata dal marito con
due figli adolescenti; gli anziani coniugi
Pinto e il loro amico di vecchia data
Yogesh Murthy, detto Masterji, insegnante
in pensione da poco rimasto vedovo;
la donna delle pulizie Mary e la
guardia giurata dello stabile Ram Khare
- ciascuno determinato a fare i conti
nelle tasche proprie e altrui. Non appena
l'esito si profila negativo - tutti i
condòmini a favore della vendita tranne
uno - l'armonia cinquantennale deflagra
e fra i potenziali firmatari dell'accordo e
«l'ultimo uomo nella torre» si scava un
solco che nessun comune senso di umanità
sembra più saper colmare.
***
«Adiga riesce a dare voce e senso dello humor agli
ultimi, a chi non ha potere: l 'umorismo è "la nostra
unica arma" dice un personaggio.
E, fortunatamente, questo libro è pieno di "armi"
del genere. Magnifico».
«The Tatler»
http://www.einaudi.it/libri/libro/aravind-adiga/l-ultimo-uomo-nella-torre/978880620516
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