traduzione: Michela Finassi Parolo
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Dietro le alte mura perimetrali, al di là dei cancelli sorvegliati da
guardie armate, si trova la comunità di Altos de La Cascada. Fuori, la
strada, lo squallore del sobborgo di Santa María de los Tigrecitos e,
ancora più in là, la caotica Buenos Aires. Dentro, il profumo dei
gelsomini, i suoni di una natura perfettamente incontaminata, il ronzio
delle auto elettriche, l’erba sempre verde del golf, le ville lussuose, i
bagliori dell’acqua increspata delle piscine. Lì vanno ad abitare
famiglie che amano una vita sana, felice, fatta di sport, cene,
chiacchierate davanti a una tazza di tè e lezioni di giardinaggio e
pittura. Virginia Guevara ha aperto un’agenzia immobiliare dopo che il
marito Ronie ha stranamente perso il lavoro. Ma si rivela un’occupazione
tutt’altro che facile. A La Cascada, infatti, al corposo regolamento
scritto si sovrappone una fi tta rete di norme taciute, perché i vicini
sono gli amici e gli amici sono i vicini, e non è tollerabile che si
superi il numero massimo consentito di ebrei: ci sono già gli Urovich.
Ernesto e Mariana Andrade hanno adottato due bambini, Ramona e Pedro, ma
il giudice non ha concesso loro di cambiare quel nome così dozzinale,
Ramona. Poi ci sono Tano e Teresa Scaglia, lui imbattibile a tennis, lei
vivaista d’eccezione, le cui aiuole artistiche sono le più richieste
nella comunità. Tante famiglie, ognuna con i propri vizi privati e
pubbliche virtù, ma tutte unite da un desiderio feroce: condividere uno
stile di vita elevato e mai volgare, e soprattutto mantenerlo per
sempre, costi quello che costi. Anche se nel mondo esterno le
multinazionali abbandonano il paese, la moneta sembra non tenere più,
mentre un manipolo di terroristi ha appena abbattuto, così lontano così
vicino, le torri di New York. Dentro, dove queste notizie si perdono
nella fi la dei servizi trasmessi dalle poche tv accese, gli uomini
continuano a riunirsi settimanalmente a casa di Tano Scaglia, lontano
dallo sguardo dei fi gli e delle mogli che, escluse dal raduno maschile,
si autodefi niscono ironicamente «le vedove del giovedì». Ma in una di
queste sere la routine si spezza all’improvviso. Mentre i corpi di tre
amici affondano nell’acqua della più bella piscina del quartiere, il
lato oscuro di una vita perfetta comincia ad affi orare.
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