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Visualizzazione dei post da giugno, 2010

Saniee Parinoush, "Quello che mi spetta", Garzanti, 2010

«Spesso mi chiedo cosa mi spettasse realmente. Ero stata sacrificata per l'onore di mio padre e dei miei fratelli. Ma io chi ero?» Teheran. A quindici anni Masumeh non ha mai conosciuto la libertà. Conosce l'obbedienza. Al padre e ai fratelli. Conosce le percosse, di cui spesso è vittima. Conosce i doveri che si pretendono da una ragazza d'onore come lei: portare il chador, servire l'uomo sempre e comunque, camminare svelta con lo sguardo rigorosamente rivolto verso il basso. Eppure, oggi, Masumeh ha disobbedito. Ha osato alzare gli occhi verso il giovane che ogni giorno la fissa negli stretti vicoli della città. Lui è Saeid e lavora come apprendista in una farmacia. Basta poco perché quello scambio di sguardi si trasformi in un amore forte e appassionato. Un amore pericoloso, impossibile da nascondere. A scoprirli è il fratello maggiore di Masumeh. La ragazza deve essere punita, si è macchiata del peggiore dei peccati, amare. Ma le botte e la violenza non

# adeus

"C'è chi passa tutta la vita a leggere senza mai riuscire ad andare al di là della lettura, restano appiccicati alla pagina, non percepiscono che le parole sono soltanto delle pietre messe di traverso nella corrente di un fiume, sono lí solo per farci arrivare all'altra sponda, quella che conta è l'altra sponda" José Saramago, La caverna, Einaudi, 2000

Alberto Manguel, "Tutti gli uomini sono bugiardi", Fektrinelli, 2010

(Traduzione: Elena Liverani) Una domenica mattina il cadavere di Alejandro Bevilacqua viene trovato, per strada, riverso nel sangue. Ma perché e come sia morto, a distanza di trent’anni, non è ancora del tutto chiaro... Un romanzo storico, poliziesco e metaletterario, un “giallo dell’identità” carico di tensione, dove Manguel gioca con la letteratura e con se stesso. Un grande romanzo sudamericano sulla verità e sulla finzione. Il libro “È la morte di quell’uomo ad attrarla, Terradillos? È l’immagine, la stessa che continua ad alimentare i miei incubi malgrado non l’abbia vista con i miei occhi, di Bevilacqua disteso sul marciapiede, il cranio a pezzi, il sangue che scorre giù, verso il tombino, come se volesse fuggire dal corpo inerte, come se non volesse aver parte in quell’abominevole crimine, in quella fine così ingiusta, così inaspettata? È questo che cerca?” Una domenica mattina il cadavere di Alejandro Bevi