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Visualizzazione dei post da 2013

#nel silenzio

Voglio respirare lentamente il tuo profumo e non so se risvegliarti Ho dormito poco per sognarti all'improvviso e non ho sognato niente Esco per lasciarti libera di sopravvivere per dimenticarti e ritrovarti inconsapevole. Non vedi che mi arrendo Non capisci che lasciandoti andare Potrai desiderare Riconquistarti e perderti Perchè non vedi che ti attendo Ti proteggerò restando lontano Nel silenzio Nel silenzio i tuoi vestiti ballano Poi sorpresi dalla luce cadono Con una grazia irreale irreale Ma io devo ritornare a camminare verso ciò che non so Anche se ieri ti ho sentito respirare in ogni cosa che ho desiderato Esco dal tuo corpo con un gesto impercettibile per dimenticare che l'attesa sia incantevole Non vedi che mi arrendo Non capisci che lasciandoti andare Potrai desiderare Riconquistarti e perderti Perchè non vedi che ti attendo Ti proteggerò restando lontano Nel silenzio Nel silenzio  

sosteniamo Marina Cugnaschi condannata per gli scontri @ g8 di Genova

Dichiarazione in aula della compagna Marina prima che la corte genovese la condannasse ad 11 anni per i fatti del luglio 2001 durante le contestazioni del G8 Premetto che in quanto anarchica non riconosco come mio interlocutore l'apparato giudiziario, organo dello stato la cui unica funzione consiste nell'essenziale protezione delle classi sociali privilegiate e nella difesa della proprietà privata. Quindi, con la seguente dichiarazione, principalmente indirizzata all'esterno di questo edificio, colgo l'occasione per rivolgermi a tutti coloro che possiedono i requisiti per poter comprendere le mie parole. Desidero rivolgermi alle classi subalterne, a coloro che subiscono la condizione alienante di sfruttati e oppressi dall'avanzato e moderno sistema capitalista, sempre più spietato ed escludente. Premetto altresì che nulla ho da chiarire circa la mia condotta, le mie convinzioni e le mie scelte politiche, tanto meno intendo chiedere clemenza ai si

David Foster Wallace, "La scopa del sistema", Einaudi

Prefazione di Stefano Bartezzaghi Traduzione di Sergio Claudio Perroni «Fuori, nel croccante prato marzolino, alonata dai fasci di luce che spiovono dai lampioni, tra capannelli di ragazzi in blazer blu che risalgono il vialetto rifinendosi l'alito a colpi di mentine, assapora una breve epistassi». David Foster Wallace, La scopa del sistema *** Un romanzo fluviale, comico e insieme profondo: un atto di fede nella forza delle storie, e nella loro capacità di prendere per il collo e raccontare il mondo. Le avventure di Lenore, che si mette alla ricerca della bisnonna, antica studiosa di Wittgenstein, fuggita dalla sua casa di riposo insieme a venticinque tra coetanei e infermieri; del fratello LaVache, piccolo genio con una passione smodata per la marijuana; del pappagallo di famiglia, Vlad l'Impalatore, che recita sermoni cristiani su una Tv via cavo; di Norman Bombardini, re dell'ing

"O Lustre", Clarice Lispector, Relógio D` Água

Em O Lustre, de 1946, Virgínia mantém um relacionamento incestuoso com o irmão, Daniel, com quem faz reuniões secretas em que experimentam verdades, na condição de iniciados especiais. Os protagonistas Virgínia e Daniel fazem experiência com o mal, ora como agentes (beneficiários), ora como vítimas. Nas brincadeiras de infância entre os dois irmãos, o menino exercita sua maldade com jogos perversos que denunciam o abuso do poder de que se sabe possuidor. Virgínia é o instrumento de obtenção daquele prazer que no romance anterior parecia poder levar ao êxtase a jovem Joana: a fascinação pelo mal, o prazer advindo da percepção - e, neste caso, do uso - da inerente maldade humana. Para o menino, o mal metamorfoseia-se em perversidade, exige relação, necessita de um outro para se completar: pratica o mal pelo mal, convertendo-se o meio em fim.

"I piatti più piccanti della cucina tatara", Alina Bronsky, edizioni e/o

«Chiunque sia rimasto un po’ bambino non può che amarli: i cattivi, come i bambini, si sentono al centro del mondo e non lo temono. La parola “impossibile” esula dal loro vocabolario. Sono temibili e spietati, bugiardi e ciarlatani, avidi e inconsolabili. Sono imprevedibili. Magnetici. Creativi. Sanno che c’è qualcosa da fare, subito e a ogni costo. Non ci pensano due volte. Si deve rubare il tesoro? Uccidere il re? Distruggere il pianeta? E che ci vuole?». Così scrive Pierdomenico Baccalario sulla Repubblica. Certo è meglio non incontrarli nella vita reale i cattivi, ma incontrarli nelle pagine di un libro può essere invece appassionante. La protagonista di questo romanzo della Bronsky è così. Crede sempre di agire per il meglio degli altri, e delle altre, figlia e nipote. E invece le strumentalizza, le manipola, non si ferma davanti a nessuna nefandezza. Mette la propria smisurata energia al servizio solo di se stessa e del suo interesse.   http://www.edizionieo.it/

Daniel Pennac, "Il paradiso degli orchi", Feltrinelli

“Se davvero volete sognare, svegliatevi...” Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il “capro espiatorio”. Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una “zia” maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una “zia” femmina supersexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla “Actuel”, una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico. Questa esilarante banda di personaggi indaga su una serie di oscuri attentati, sull’orrore nascosto nel Tempio del benessere, un Grande Magazzino dove scoppiano bombe tra i giocattoli e un Babbo Natale assassino aspetta la prossima vittima. Un’altalena tra divertimento e suspence, tra una Parigi da Misteri di Sue e una Parigi post-moderna dove proliferano i piccoli e grandi “orchi” che qualcuno crede estinti. Degli orchi si può ridere o si può tremare. Uno scrittore d’invenzione, un talento fuori delle scuole come Pennac, non ha certo paura di affrontarli con l’

#Frida

"Dipingo autoritratti perché sono spesso sola, perché sono la persona che conosco meglio"   Frida Kahlo

Fabrizio De Andrè - Amore che vieni amore che vai

Quei giorni perduti a rincorrere il vento a chiederci un bacio e volerne altri cento un giorno qualunque li ricorderai amore che fuggi da me tornerai un giorno qualunque ti ricorderai amore che fuggi da me tornerai e tu che con gli occhi di un altro colore mi dici le stesse parole d'amore fra un mese fra un anno scordate le avrai amore che vieni da me fuggirai fra un mese fra un anno scordate le avrai amore che vieni da me fuggirai venuto dal sole o da spiagge gelate venuto in novembre o col vento d'estate io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai amore che vieni, amore che vai io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai amore che vieni, amore che vai

Paolo Benvegnù - In a manner of speaking

In a manner of speaking, I just want to say That I could never forget the way You told me everything By saying nothing In a manner of speaking, I don't understand How love in silence becomes reprimand But the way that I feel about you Is beyond words Oh, give me the words Give me the words That tell me nothing Oh, give me the words Give me the words That tell me everything In a manner of speaking, semantics won't do In this life that we live, we only make do And the way that we feel Might have to be sacrificed So in a manner of speaking, I just want to say That like you, I should find a way To tell you everything By saying nothing Oh, give me the words Give me the words That tell me nothing Oh, give me the words Give me the words

Gonçalo M. Tavares, "Um Homem: Klaus Klump / A Máquina De Joseph Walser", 2009, Caminho

"Eis uma nova versão, conjunta, dos romances Um Homem: Klaus Klump e A máquina de Joseph Walser pertencentes à tetralogia O Reino. Os quatro romances situam-se em três espaços e em três tempos: um constituído por Jerusalém, outro por Aprender a rezar na Era da Técnica; Um Homem: Klaus Klump e A máquina de Joseph Walser são romances passados no mesmo período e na mesma paisagem. Se se definissem qualidades físicas para um e outro, diríamos que Um Homem: Klaus Klump remete para a velocidade e A máquina de Joseph Walser para a resistência. Tal como os seus protagonistas. As duas personagens centrais como que se olham e vigiam mutuamente, mesmo não tendo qualquer contacto directo. São duas narrativas que têm exactamente o mesmo centro e que nesta nova versão, lidas em paralelo e em conjunto, darão espaço, julgo, para uma diferente leitura e para um outro grau de interpretação."  http://www.leyaonline.com/pt/livros/romance/um-homem-klaus-klump-a-maquina-de-josep

Jô Soares, "As esganadas", Editorial Presença, 2012

Rio de Janeiro, 1938. Um perigoso assassino anda à solta nas ruas. O alvo: mulheres jovens, bonitas e... gordas. A arma: irresistíveis doces portugueses. Para investigar os crimes, o famigerado chefe de polícia Filinto Müller designa uma trupe hilariante: um delegado sempre rabugento, assessorado por um auxiliar obtuso e medroso, e que contará com a ajuda de um ex-inspetor lusitano muito bem relacionado. Os três serão também acompanhados por uma repórter e fotógrafa corajosa e dinâmica, interessada em cobrir o caso para a imprensa. http://www.presenca.pt/livro/ficcao-e-literatura/romance-policial/as-esganadas/?search_word=as%20esganadas

Arto Paasilinna, "Piccoli suicidi tra amici", Iperborea, 2006

( Traduzione di: M. A. Iannella, N. Rainò) Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa

Paolo Benvegnù, "La schiena"

Tutti i respiri che ho sono per te. Tutti i respiri che hai è così che ogni goccia di me scava la tua schiena lentamente con un ritmo costante dove vai? Cosa fai? Con chi stai parlando? Cosa stai bevendo? Ascoltami. Cerca di evitare le tue distrazioni. è così che ogni goccia di me scava la tua schiena lentamente con un ritmo costante non hai padroni. Lo so. E non hai limiti e non hai risposte ma solo un vago senso di eleganza per questo ti insegno la pazienza è così che ogni goccia di me scava la tua schiena lentamente con un ritmo costante è così che ogni goccia di te scava la mia schiena lentamente con un ritmo costante Certo. L'ambizione è un lusso. Come la miseria. La Privazione. La Punizione. Ti guardi intorno e non sai chi cercare per questo ti insegno a costruire e a dare spazio alle tue idee più strane a mescolare estro e perversione Perche' Dio non guarda. Dio bestemmia. E alla volte non si applica Respira. Guarda il cielo. Guarda le st

HALGRIMUR HELGASON, "Toxic. Come smettere di ammazzare la gente e imparare a lavare i piatti", ISBN, 2010

 Traduzione: Silvia Cosimini Tom Boksic detto Toxic, un killer croato cresciuto nella guerra dei Balcani e emigrato a New York, ha un complesso di inferiorità nei confronti della mafia italiana ma sul lavoro non è secondo a nessuno. Fidanzato con Munita, una peruviana arrivata a New York giusto l’11/9, vive di omicidi e manda giudiziosamente i soldi a mamma e sorella rimaste in patria. Finchè incappa nella giornata sbagliata: ammazza un pezzo grosso del Fbi e dopo una rocambolesca fuga e il 67esimo omicidio si trova imbarcato su un volo per Rejakiavik con in mano il biglietto di un telepredicatore. Sbarcare nella «città più cool d’Europa», «dove Quentin Tarantino va quando è stanco di essere famoso», e trovarsi nello studio della tv evangelica della famiglia Goodmoonsdottir a reinventarsi uno zoppicante passato di perseguitato dal comunismo è il diabolico contrappasso escogitato da Hallgrimur Hellgason per questo romanzo slapstick che omaggia Tarantino e Kaurismaki, d

"Castro", Reinhard Kleist, Black Velvet, 2012

(Traduzione di Anna Zuliani) Ascesa e declino di un grande sogno. Questo potrebbe essere lo slogan per raccontare il mood di questo fumetto. Il sogno di una nazione libera, moderna, priva di discriminazioni e povertà, basata su un nuovo modello sociale, culturale ed economico sostenibile e a misura d’uomo. Un sogno inseguito da Fidel Castro durante la rivoluzione, ma che oggi sembra essersi arreso in gran parte alla realtà. Nel volume scritto e disegnato da Reinhard Kleist è un giovane giornalista tedesco, Karl Mertens , giunto a Cuba nel 1960 attratto dal fascino dell’allora futuro Líder máximo , a raccontarne una sorta di biografia non autorizzata . L’uso di un personaggio esterno permette all’autore di evitare toni eccessivamente didascalici, rendendo tutto in una forma più narrativa che espositiva e riuscendo a coinvolgere il lettore senza annoiarlo. La sua è una ricostruzione attenta e sentita , che segue emotivamente la scoperta da parte di Mertens del sogno de

Claudia Piñeiro, "Le vedove del giovedì", il Saggiatore

traduzione: Michela Finassi Parolo Dietro le alte mura perimetrali, al di là dei cancelli sorvegliati da guardie armate, si trova la comunità di Altos de La Cascada. Fuori, la strada, lo squallore del sobborgo di Santa María de los Tigrecitos e, ancora più in là, la caotica Buenos Aires. Dentro, il profumo dei gelsomini, i suoni di una natura perfettamente incontaminata, il ronzio delle auto elettriche, l’erba sempre verde del golf, le ville lussuose, i bagliori dell’acqua increspata delle piscine. Lì vanno ad abitare famiglie che amano una vita sana, felice, fatta di sport, cene, chiacchierate davanti a una tazza di tè e lezioni di giardinaggio e pittura. Virginia Guevara ha aperto un’agenzia immobiliare dopo che il marito Ronie ha stranamente perso il lavoro. Ma si rivela un’occupazione tutt’altro che facile. A La Cascada, infatti, al corposo regolamento scritto si sovrappone una fi tta rete di norme taciute, perché i vicini sono gli amici e gli amici sono i vicini,

LINEA 77 feat. LN RIPLEY - La Caduta

"La crepa", Claudia Piñeiro, Feltrinelli, 2013

traduzione: Pino Cacucci Nella vita da uomo qualunque dell’architetto Pablo Simó c’è una fessura inconfessabile, una crepa che gli tormenta la coscienza: Nelson Jara. Forse era solo un piccolo truffatore, una “canaglia”, ma anche Pablo Simó sa di essere una canaglia, nonostante l’apparenza di irreprensibile professionista e buon padre di famiglia. Come una crepa che si allunga e si allarga, tutte le piccole certezze quotidiane di Pablo si sgretolano: una giovane donna che sembra sapere chissà cosa su Jara scatena in lui un’attrazione dirompente, la famiglia va in frantumi, il lavoro diventa insopportabile, e passo dopo passo la tentazione di essere canaglia fino in fondo lo travolge. Ancora una volta Claudia Piñeiro ci narra i piccoli inferni di una variegata umanità, nella monumentale Buenos Aires invasa dal cemento delle speculazioni edilizie dove l’apparenza, più che mai, inganna. http://www.feltrinellieditore.it//SchedaLibro?id_volume=5100958

Elif Shafak, "La casa dei quattro venti", Rizzoli

Dicono che i gemelli siano inseparabili, due corpi per un’anima sola. Pembe e Jamila sono nate a tre minuti di distanza, nel piccolo villaggio curdo della Casa dei quattro venti. Jamila ha occhi verdi come l’edera, sogna di girare il mondo come i marinai e di svegliarsi ogni giorno in un porto diverso. Pembe è seria, posata, la sua risata è il rumore di due bicchieri che si toccano e le sue mani conoscono i segreti della vita e della morte. Da grande sarà una levatrice: quasi sacra, vivrà sospesa tra il mondo invisibile e quello visibile come la trama sottile di una ragnatela. E se Pembe resterà fino all’ultimo legata al villaggio e alla sua gente, Jamila andrà a Istanbul e poi a Londra, conoscerà l’amore e il tradimento, farà tre figli e troppi sbagli e alla fine tornerà nel luogo da cui era partita. Perché i destini di Pembe e Jamila si chiamano e si intrecciano fino a confondersi in quel disegno fragile e intricato che è la vita. Dopo lo straordinario successo della

Igort, "Quaderni ucraini"

I Quaderni ucraini sono la prima parte di un dittico consacrato ai paesi dell'ex Unione Sovietica. Ho trascorso in tutto quasi due anni tra Ucraina, Russia e Siberia, raccogliendo le parole dei testimoni e dei sopravvissuti di un passato terribile che oggi si trovano a essere gli smarriti protagonisti di un presente ancora più incerto. In brevi capitoli, i ricordi degli ucraini, che ricostruiscono un periodo importante della storia del XX secolo e, spero, aiutino a meglio comprendere la situazione di un paese dove un presente inquietante si è sostituito alla terribile eredità staliniana, dove gli omicidi hanno preso il posto dei gulag e la corruzione dilaga. Ho cercato un tono che lasciasse trasparire umanità e rispetto, dato che il racconto delle persone in carne e ossa che ho incontrato durante i suoi soggiorni nell'ex URSS era importante, mi pareva, di per sé. E' un libro partecipe che inevitabilmente finisce per cercare di

#DavidByrne

#StevieWonder

Joe Kubert, "Fax da Sarajevo", Rizzoli Lizard

Nel 1945 abbiamo detto al mondo intero 'mai più'. Nel 1992 abbiamo dimenticato la nostra promessa. Il 1992 è stato l'anno in cui scoppiò la guerra a Sarajevo, in Bosnia. L'anno in cui il genocidio ha rivisitato il nostro pianeta. L'anno in cui Ervin Rustemagic e la sua famiglia si sono trovati intrappolati in una città sotto assedio... Ervin, agente artistico e uomo d'affari internazionale, era cresciuto a Sarajevo e per più di dieci anni aveva condotto il proprio lavoro da lì. Quando le granate e i colpi di cannone facevano a pezzi la città, il solo mezzo di comunicazione di Ervin con il mondo esterno era il suo fax, attraverso cui cominciò a spedire messaggi uno dopo l'altro. Messaggi faxati e rifaxati fra i molti clienti e amici di Ervin. Per Joe Kubert cliente e amico, questi fax erano una storia che si svelava, una storia di orrore, sdegno, crudeltà e barbarie. Facendo quello che ha fatto per anni, Joe ha messo la storia su carta. Il ri

Folman, Polonsky, "Valzer con Bashir. Una storia di guerra", Rizzoli Lizard

ALL’ULTIMO FESTIVAL DI CANNES HA COMMOSSO E CONQUISTATO CRITICA E SPETTATORI COME FILM D’ANIMAZIONE DI DEVASTANTE POTENZA EMOTIVA. MA VALZER CON BASHIR È ANCHE UN’INDIMENTICABILE GRAPHIC NOVEL CHE RICOSTRUISCE, ATTRAVERSO L’ALTERNARSI SERRATO DI DOCUMENTI E TESTIMONIANZE, LA MEMORIA DI UNO DEGLI EPISODI PIÙ RACCAPRICCIANTI DEL SECOLO APPENA TRASCORSO. Beirut, 14 settembre 1982: il comandante capo delle Forze Libanesi Gemayel Bashir perde la vita in un attentato a opera di gruppi terroristi palestinesi. Due giorni dopo, i campi profughi di Sabra e Chatila vengono presi d’assalto dai più fanatici seguaci di Bashir, i falangisti cristiani, che vendicano la morte del proprio idolo trucidando centinaia di inermi palestinesi, tra cui donne, vecchi, bambini. Ari Folman è un giovanissimo soldato dell’esercito israeliano, e il suo posto è tra i cerchi concentrici di militari che circondano il luogo della carneficina. Forse i razzi che hanno illuminato a giorno la ferocia dei

Guy Delisle, "Cronache di Gerusalemme", Rizzoli Lizard, 2012

Agosto 2008: un volo notturno porta Guy Delisle a Gerusalemme, dove il fumettista e la sua famiglia trascorreranno un anno della propria vita per dare modo a Nadège, la compagna di Guy, di partecipare a una missione di Medici Senza Frontiere. Vivranno a Beit Hanina, un quartiere nella zona est della città che sin dalla prima passeggiata si mostrerà, in tutta la sua desolazione, decisamente diverso dalla Gerusalemme propagandata dalle guide turistiche; e si destreggeranno più o meno goffamente in una quotidianità fatta di checkpoint e frontiere – teatro di perquisizioni e infiniti quanto surreali interrogatori –, delle mille sfumature di laicità e ultraortodossia, di tensioni feroci e contrasti millenari, e della disperata speranza, della rabbia e della frustrazione del popolo palestinese, in lotta ogni giorno contro l’occupazione, devastato dall’atrocità di un attacco (la tristemente nota Operazione Piombo Fuso) di cui l’autore si trova a essere basito spettatore. Una

#hippocampus

...ed i cavallucci marini che fluttuavano nel cielo
PERSEPOLIS (Marjane Satrapi)

Murakami Haruki, "La ragazza dello Sputnik", Einaudi, 2013

(Traduzione di Giorgio Amitrano) Murakami Haruki in uniform edition Super ET, con le copertine di Noma Bar. *** Sumire è una ragazza impulsiva, disordinata, generosa, con il mito di Kerouac e della scrittura. Myu è una donna matura, sposata, molto ricca e molto bella. Sumire ama Myu come non ha mai amato nessun ragazzo. E Myu parrebbe provare lo stesso sentimento, ma uno schermo invisibile sembra separarla dal sesso, e forse dal mondo. Riusciranno a incontrarsi o si perderanno senza lasciare traccia come lo Sputnik, condannato a vagare nello spazio per sempre? A raccontarci la storia è un giovane senza nome, prima studente, poi maestro elementare, innamorato di Sumire innamorata di Myu. E così i destini dei nostri tre protagonisti s'inseguono ma non si congiungono mai, simili a satelliti alla deriva per l'eternità.

#unamarinadilibri

Alicia Giménez-Bartlett, "Exit", Sellerio, 2012

Traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola Una villa lussuosa, sei ospiti che si incontrano per la prima volta. Un’estate da trascorrere assieme, come in una danza felice, incalzante e finale. Il romanzo forse più coraggioso e irriverente di Alicia Giménez-Bartlett, una delicata lezione di libertà, una commedia letteraria e provocatoria, di dolce ed euforica malinconia. Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Qui, nell’annuncio abbagliante della calura estiva, uno alla volta arrivano gli ospiti. Due giovani donne: Clarissa, fragile e intensa; l’elegante Pamela, bella quanto caustica. Il finanziere Finn, uomo raffinato e colto, eccellente conversatore. La vedova Tevener, una signora con i capelli rossi allegra e sensuale. Il signor Ottosillabo, macchinista ferroviere, il poeta Léonard, capelli a spazzola e sg

Murakami Haruki, "A sud del confine, a ovest del sole", Einaudi, 2013

Traduzione di Mimma De Petra Traduzione di Antonietta Pastore   Non sarai solo per sempre. Hajime ha dodici anni quando lo intuisce per la prima volta stringendo la mano di Shimamoto, una compagna di classe. È in quell'istante che scopre che la somma di due solitudini, a volte, dà l'inatteso risultato di un amore piú forte del tempo. La grazia incantata di questa delicata storia d'amore ha fatto di A sud del confine, a ovest del sole uno dei romanzi piú celebrati di Murakami Haruki, un distillato purissimo della sua poesia. Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità

#EnzoJannacci

Una storia zen: il monaco, il ladro e la luna

Ryōkan, un maestro di Zen, viveva nella più assoluta semplicità in una piccola capanna ai piedi di una montagna. Una sera un ladro entrò nella capanna e fece la scoperta che non c’era proprio niente da rubare. Ryokan tornò e lo sorprese. «Forse hai fatto un bel pezzo di strada per venirmi a trovare,» disse al ladro «e non devi andartene a mani vuote. Fammi la cortesia, accetta i miei vestiti in regalo». Il ladro rimase sbalordito. Prese i vestiti e se la svignò. Ryōkan si sedette, nudo, a contemplare la luna. «Pover’uomo,» pensò « avrei voluto potergli dare questa bella luna ». Immagine di Ohara Koson (1877-1945) http://www.bibliotecagiapponese.it/2013/03/12/una-storia-zen-il-monaco-il-ladro-e-la-luna/

Mario Vargas Llosa, "Pantaleón e le visitatrici", Einaudi, 2007

Contributi di Vargas Llosa Mario Traduzione di Morino Angelo «All'inizio volevo raccontare questa storia seriamente. Ho scoperto che era impossibile. È stata un'esperienza liberatoria, che mi ha rivelato le possibilità del gioco e dell'umorismo in letteratura».  Mario Vargas Llosa Dalle guarnigioni sparse nella giungla amazzonica, affogata nella sua umida e sensuale calura, giunge un grido d'allarme: la truppa si abbandona allo stupro. Gli alti comandi decidono di rimediare istituendo un servizio di «soddisfazione della carne»: le visitatrici, discrete presenze finanziate dall'esercito. Il capitano Pantaleón, scrupoloso esecutore di ordini, è incaricato della missione. E il Servizio delle visitatrici diventa il congegno piú efficiente di tutto l'esercito peruviano... Uscito nel 1973, divenuto un film nel 1975, pubblicato in Italia nel 1987, Pantaleón e le visitatrici ha la vis di una macchina comica e la logica perfetta

#mentredormi

...adesso vola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare

#ninaforever

21 febbraio 1933 a Tryon nasceva Eunice Kathleen Waymon, Nina Simone

Nina Simone "Wild is the wind"

"La bella di Buenos Aires", Manuel Vázquez Montalbán, Feltrinelli, 2013

(Traduzione: Hado  Lyria) In breve A dieci anni dalla sua scomparsa, torna Manuel Vázquez Montalbán con uno strepitoso romanzo inedito della serie Carvalho. Il libro Una ragazza bonaerense bellissima, destinata a diventare l’Emmanuelle argentina, fugge in Spagna inseguita dai militari. Anni dopo, il cadavere di una barbona assassinata viene ritrovato a Barcellona. Carvalho, insieme al fidato Biscuter, dovrà chiarire inquietanti misteri che coinvolgono il giudice Garzón, l’ispettore-semiologo Lifante, tutta una serie di emarginati e un nucleo di alleanze segrete tra diversi stati. La Barcellona crepuscolare del Barrio Chino sta ormai diventando la città del design mentre, un po’ dappertutto, nuovi cadaveri spuntano come funghi velenosi. E, sempre presente, il tango. Inedito eccellente, quasi un prologo al Quintetto di Buenos Aires , ritroviamo qui personaggi, stile

#il più bello dei mari

«  Il più bello dei mari  è quello che non navigammo.  Il più bello dei nostri figli  non è ancora cresciuto.  I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti.  E quello che vorrei dirti di più bello  non te l'ho ancora detto  » ( Nazim Hikmet, "Il più bello dei mari ")

"A sarà düra! Storie di vita e di militanza no tav", a cura del Centro sociale Askatasuna

Da oltre un decennio, pressoché l’intera comunità della Val di Susa è mobilitata per impedire la costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità. In contrapposizione a media, partiti politici, forze dell’ordine e magistratura, un grande movimento di massa non cessa di crescere e, iniziativa dopo iniziativa, consolida la consapevolezza di poter vincere. I militanti e le militanti del Centro sociale Askatasuna – insieme ad Alberto Perino, Lele Rizzo, Giorgio Rossetto, Nicoletta Dosio, Mario Cavarnia e molti altri protagonisti della lotta no tav – raccontano le ragioni di un movimento che ha saputo costruire una diversa cooperazione sociale, produrre un’altra scienza, un sapere alternativo, una coscienza capace di tradursi in resistenza di massa. Oggi, il movimento No Tav interpella il senso di alcune parole della politica, declinandole con nuovi significati: cos’è un’«istituzione», quando essa assume il volto della repressione di un’intera comunit

Claudia Piñeiro, "Betibù", Feltrinelli, 2012

(Traduzione: Pino  Cacucci) “Quello di Claudia Piñeiro è un modo raffinato di utilizzare un genere popolare per parlare soprattutto, d'altro” La Stampa La vita del lussuoso Country Club “La Maravillosa”, quartiere chiuso e controllato da severe misure di sicurezza, è sconvolta da un delitto: Pedro Chazarreta è stato trovato con la gola tagliata e un coltello in mano. Suicidio? I dubbi sono molti, in questo un microcosmo dove sembra sia obbligatoria la serenità, se non proprio la felicità; un giornale si ostina a voler approfondire, incaricando delle indagini Nurit, detta Betibú, scrittrice, considerata la “dama nera” delle lettere argentine, e un giovane cronista inesperto. I due sono affiancati da Jaime Brena, un giornalista più navigato, messo da parte perché considerato anziano; insieme formano un’improbabile ma riuscitissima squadra d’investigazione. Pian pia

AA.VV. "Racconti gastronomici", Einaudi, 2012

A cura di Laura Grandi A cura di Stefano Tettamanti «Mai come oggi si è parlato tanto di cibo. Non esiste mezzo di comunicazione (di massa e anche meno) che non apparecchi il suo angolino del gusto (...) La letteratura, comunque, ha preceduto tutti. Non solo perché è essa stessa nutrimento (della mente, dell'anima e del corpo) ma perché da millenni gli scrittori di romanzi e di racconti non smettono di dar da mangiare e da bere ai loro personaggi (...) Gli scrittori nutrono i loro personaggi d'invenzione perché questi nutrano i lettori reali, in polpa, ossicini e nervetti». Racconti gastronomici (a cura di Laura Grandi e Stefano Tettamanti) *** La ricetta è semplice. Prendete alcuni tra i piú grandi scrittori di tutti i tempi. Mescolate la dolcezza di un tetto di marzapane con i morsi della fame di un bambino per le strade di Mosca; la sensualità dei maccheroni alla chitarra con la golos