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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

Elif Shafak, "La casa dei quattro venti", Rizzoli

Dicono che i gemelli siano inseparabili, due corpi per un’anima sola. Pembe e Jamila sono nate a tre minuti di distanza, nel piccolo villaggio curdo della Casa dei quattro venti. Jamila ha occhi verdi come l’edera, sogna di girare il mondo come i marinai e di svegliarsi ogni giorno in un porto diverso. Pembe è seria, posata, la sua risata è il rumore di due bicchieri che si toccano e le sue mani conoscono i segreti della vita e della morte. Da grande sarà una levatrice: quasi sacra, vivrà sospesa tra il mondo invisibile e quello visibile come la trama sottile di una ragnatela. E se Pembe resterà fino all’ultimo legata al villaggio e alla sua gente, Jamila andrà a Istanbul e poi a Londra, conoscerà l’amore e il tradimento, farà tre figli e troppi sbagli e alla fine tornerà nel luogo da cui era partita. Perché i destini di Pembe e Jamila si chiamano e si intrecciano fino a confondersi in quel disegno fragile e intricato che è la vita. Dopo lo straordinario successo della

Igort, "Quaderni ucraini"

I Quaderni ucraini sono la prima parte di un dittico consacrato ai paesi dell'ex Unione Sovietica. Ho trascorso in tutto quasi due anni tra Ucraina, Russia e Siberia, raccogliendo le parole dei testimoni e dei sopravvissuti di un passato terribile che oggi si trovano a essere gli smarriti protagonisti di un presente ancora più incerto. In brevi capitoli, i ricordi degli ucraini, che ricostruiscono un periodo importante della storia del XX secolo e, spero, aiutino a meglio comprendere la situazione di un paese dove un presente inquietante si è sostituito alla terribile eredità staliniana, dove gli omicidi hanno preso il posto dei gulag e la corruzione dilaga. Ho cercato un tono che lasciasse trasparire umanità e rispetto, dato che il racconto delle persone in carne e ossa che ho incontrato durante i suoi soggiorni nell'ex URSS era importante, mi pareva, di per sé. E' un libro partecipe che inevitabilmente finisce per cercare di

#DavidByrne

#StevieWonder

Joe Kubert, "Fax da Sarajevo", Rizzoli Lizard

Nel 1945 abbiamo detto al mondo intero 'mai più'. Nel 1992 abbiamo dimenticato la nostra promessa. Il 1992 è stato l'anno in cui scoppiò la guerra a Sarajevo, in Bosnia. L'anno in cui il genocidio ha rivisitato il nostro pianeta. L'anno in cui Ervin Rustemagic e la sua famiglia si sono trovati intrappolati in una città sotto assedio... Ervin, agente artistico e uomo d'affari internazionale, era cresciuto a Sarajevo e per più di dieci anni aveva condotto il proprio lavoro da lì. Quando le granate e i colpi di cannone facevano a pezzi la città, il solo mezzo di comunicazione di Ervin con il mondo esterno era il suo fax, attraverso cui cominciò a spedire messaggi uno dopo l'altro. Messaggi faxati e rifaxati fra i molti clienti e amici di Ervin. Per Joe Kubert cliente e amico, questi fax erano una storia che si svelava, una storia di orrore, sdegno, crudeltà e barbarie. Facendo quello che ha fatto per anni, Joe ha messo la storia su carta. Il ri

Folman, Polonsky, "Valzer con Bashir. Una storia di guerra", Rizzoli Lizard

ALL’ULTIMO FESTIVAL DI CANNES HA COMMOSSO E CONQUISTATO CRITICA E SPETTATORI COME FILM D’ANIMAZIONE DI DEVASTANTE POTENZA EMOTIVA. MA VALZER CON BASHIR È ANCHE UN’INDIMENTICABILE GRAPHIC NOVEL CHE RICOSTRUISCE, ATTRAVERSO L’ALTERNARSI SERRATO DI DOCUMENTI E TESTIMONIANZE, LA MEMORIA DI UNO DEGLI EPISODI PIÙ RACCAPRICCIANTI DEL SECOLO APPENA TRASCORSO. Beirut, 14 settembre 1982: il comandante capo delle Forze Libanesi Gemayel Bashir perde la vita in un attentato a opera di gruppi terroristi palestinesi. Due giorni dopo, i campi profughi di Sabra e Chatila vengono presi d’assalto dai più fanatici seguaci di Bashir, i falangisti cristiani, che vendicano la morte del proprio idolo trucidando centinaia di inermi palestinesi, tra cui donne, vecchi, bambini. Ari Folman è un giovanissimo soldato dell’esercito israeliano, e il suo posto è tra i cerchi concentrici di militari che circondano il luogo della carneficina. Forse i razzi che hanno illuminato a giorno la ferocia dei