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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Yasmina Khadra, "Le sirene di Baghdad", Mondadori

Tutto è pacifico e tranquillo nel minuscolo villaggio di Kafr Karam, dove tutti si conoscono e sono uniti tra loro da legami di sangue. Non è certo il paradiso, ma gli abitanti sanno trarre pienamente profitto da ogni istante, sforzandosi di restare ai margini della guerra che sta devastando la non lontanissima Baghdad. Ma la sfortuna, sotto forma di un missile, si sta per abbattere sul villaggio, su una sala per le feste dove si sta celebrando un matrimonio. Davanti a questa catastrofe e al terribile spettacolo dei corpi mutilati, gli abitanti restano scioccati e quasi inebetiti. Si aspettano delle spiegazioni dall'autorità americana, qualche segno di attenzione e di riconoscimento per la tragedia che li ha colpiti. Ma prima gli americani si limitano a delle scuse formali per un episodio per loro nel complesso banale in tempo di guerra, poi mandano dei loro soldati nel villaggio perché sospettano che ci siano delle armi nascoste. Tutte le case vengono perquisite brut

Andare lontano

" Un giorno siamo partiti, volevamo andare lontano in un mare di spiaggia e non abbiamo capito che morire dentro la sabbia non lascia radici. Sulla tomba fioriscono i gigli ma sulla tomba del nostro amore non fiorirà neanche il frumento noi non diventeremo mai pane non abbiamo comunicato con tutti e nessuno sa il nostro segreto che siamo stati baciati dal fato per poi lasciarci " Alda Merini

# stato confusionale

...Credo di essermi confusa, strano... Penso di essermi sbagliata, strano... Forse non sono del tutto convinta. La costante paura di sbagliare per non soffrire mi porta a patire le pene di una colpa che mi autoinfliggo perennemente con una scadenza quasi meccanica, spaventosa, mentale, malata, come di chi cerca sempre e quando trova scappa, tirandosi indietro, attivando un meccanismo che fa ritorcere contro di sè anche il più piccolo ed impercettibile gesto... A.

# il nulla

Nell'attesa del nulla insisto cercando il niente e niente trovo, il vuoto, un abisso dentro e fuori la gente che mi appare mossa dal filo delle sue inutili cattiverie, pronta ad approfittare di tutto pur di saziarsi di ipocrisia. A.