Passa ai contenuti principali

Claudia Piñeiro, "Le vedove del giovedì", il Saggiatore

traduzione: Michela Finassi Parolo

Dietro le alte mura perimetrali, al di là dei cancelli sorvegliati da guardie armate, si trova la comunità di Altos de La Cascada. Fuori, la strada, lo squallore del sobborgo di Santa María de los Tigrecitos e, ancora più in là, la caotica Buenos Aires. Dentro, il profumo dei gelsomini, i suoni di una natura perfettamente incontaminata, il ronzio delle auto elettriche, l’erba sempre verde del golf, le ville lussuose, i bagliori dell’acqua increspata delle piscine. Lì vanno ad abitare famiglie che amano una vita sana, felice, fatta di sport, cene, chiacchierate davanti a una tazza di tè e lezioni di giardinaggio e pittura. Virginia Guevara ha aperto un’agenzia immobiliare dopo che il marito Ronie ha stranamente perso il lavoro. Ma si rivela un’occupazione tutt’altro che facile. A La Cascada, infatti, al corposo regolamento scritto si sovrappone una fi tta rete di norme taciute, perché i vicini sono gli amici e gli amici sono i vicini, e non è tollerabile che si superi il numero massimo consentito di ebrei: ci sono già gli Urovich. Ernesto e Mariana Andrade hanno adottato due bambini, Ramona e Pedro, ma il giudice non ha concesso loro di cambiare quel nome così dozzinale, Ramona. Poi ci sono Tano e Teresa Scaglia, lui imbattibile a tennis, lei vivaista d’eccezione, le cui aiuole artistiche sono le più richieste nella comunità. Tante famiglie, ognuna con i propri vizi privati e pubbliche virtù, ma tutte unite da un desiderio feroce: condividere uno stile di vita elevato e mai volgare, e soprattutto mantenerlo per sempre, costi quello che costi. Anche se nel mondo esterno le multinazionali abbandonano il paese, la moneta sembra non tenere più, mentre un manipolo di terroristi ha appena abbattuto, così lontano così vicino, le torri di New York. Dentro, dove queste notizie si perdono nella fi la dei servizi trasmessi dalle poche tv accese, gli uomini continuano a riunirsi settimanalmente a casa di Tano Scaglia, lontano dallo sguardo dei fi gli e delle mogli che, escluse dal raduno maschile, si autodefi niscono ironicamente «le vedove del giovedì». Ma in una di queste sere la routine si spezza all’improvviso. Mentre i corpi di tre amici affondano nell’acqua della più bella piscina del quartiere, il lato oscuro di una vita perfetta comincia ad affi orare.

http://www.ilsaggiatore.com/argomenti/letteratura/9788842814849/le-vedove-del-giovedi/

Commenti

Post popolari in questo blog

Stefano Benni, "La traccia dell'angelo", Sellerio, 2011

«Un angelo non c’è sempre. Se no, non è un angelo. La sua prerogativa è che qualche volta arriva e qualche volta ti abbandona. Ecco l’essenza, la traccia dell’angelo». «Un angelo non c’è sempre. Se no, non è un angelo. La sua prerogativa è che qualche volta arriva e qualche volta ti abbandona. Ecco l’essenza, la traccia dell’angelo». Un Natale degli anni Cinquanta. Tutta la famiglia è riunita intorno all’albero, che porta sulla cima un puntale con l’effige di un angelo che il piccolo Morfeo fissa incantato; ora il bambino si allontana, si rannicchia presso una finestra, quando una persiana si stacca piombandogli sul capo. Il

Esmahan Aykol, "Divorzio alla turca", Sellerio, 2012

( Traduzione dal tedesco di Emanuela Cervini; Titolo originale: Scheidung auf Türkisch) L'avventurosa libraia di Istanbul, Kati Hirschel, investigatrice per vivacità, non riesce a stare ferma. Gira in continuazione, indugia in situazioni di ogni genere, si ferma a parlare con chi capita, va curiosando ovunque soprattutto dove è più pericoloso mettere il naso. Nel suo terzo caso indaga sul presunto omicidio della moglie del rampollo di una delle casate più in vista del paese. Sembrerebbe un incidente ma come sempre Kati riesce a fiutare la pista giusta. Terzo caso per l’avventurosa Kati Hirschel, la libraia di Istanbul, venuta dalla natia Germania ma ormai più stambuliota di chiunque altro, investigatrice per vivacità. Del suo personaggio colpisce subito che non riesce a stare ferma. Gira in continuazione, indugia in situazion

Vinicio Capossela canta "La città vecchia" di Fabrizio de Andrè (speciale De Andrè 2009)

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi, una bimba canta la canzone antica della donnaccia quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia. E se alla sua età le difetterà la competenza presto affinerà le capacità con l'esperienza dove sono andati i tempi di una volta per Giunone quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione. Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo. Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere per dimenticare d'esser stati presi per il sedere ci sarà allegria anche in agonia col vino forte porteran sul viso l'ombra di un sorriso tra le braccia della morte. Vecchio professore cosa vai cercando in quel portone forse quella che sola ti può dare una lezione quella che d