(Traduzione:
Maria José
de Lancastre)
In breve
Anni
settanta, la sporca guerra coloniale condotta dal regime salazarista
contro i movimenti di liberazione in Angola. Di nuovo a Lisbona, un
reduce confessa in un monologo a una donna la sua atroce esperienza.
Traduzione di Maria José de Lancastre con la collaborazione di Antonio
Tabucchi.
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Il libro
“Perché cavolo non se ne parla? Mi viene da pensare che il milione e
cinquecentomila uomini che sono passati dall’Africa non sono mai
esistiti, che le sto raccontando una specie di romanzo di cattivo gusto
al quale non crede nessuno, una storia inventata con la quale cerco di
intenerirla per riuscire più in fretta (un terzo di chiacchiera, un
terzo di alcol, un terzo di tenerezza, sa com’è) a convincerla a veder
nascere il mattino insieme a me, nel chiarore azzurro che buca le
persiane e sale dalle lenzuola, rivela la curva addormentata di una
natica, un profilo supino sul materasso, i nostri corpi confusi in un
torpore senza mistero. Da quanto tempo non riesco a dormire? Entro nella
notte come un vagabondo furtivo con un biglietto di seconda classe in
uno scompartimento di prima, passeggero clandestino dei miei sconforti,
rattrappito in un’inerzia che mi avvicina ai morti, e che la vodka anima
di un’artificiale e capricciosa frenesia, e alle tre del mattino eccomi
arrivare ai bar ancora aperti, navigando nelle acque stagnanti di chi
non si aspetta la sorpresa di nessun miracolo, tentando a stento di
tenere in equilibrio sulla mia bocca il peso finto di un sorriso.”
http://www.feltrinellieditore.it/SchedaLibro?id_volume=5001222
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«Un angelo non c’è sempre. Se no, non è un angelo. La sua prerogativa è che qualche volta arriva e qualche volta ti abbandona. Ecco l’essenza, la traccia dell’angelo». «Un angelo non c’è sempre. Se no, non è un angelo. La sua prerogativa è che qualche volta arriva e qualche volta ti abbandona. Ecco l’essenza, la traccia dell’angelo». Un Natale degli anni Cinquanta. Tutta la famiglia è riunita intorno all’albero, che porta sulla cima un puntale con l’effige di un angelo che il piccolo Morfeo fissa incantato; ora il bambino si allontana, si rannicchia presso una finestra, quando una persiana si stacca piombandogli sul capo. Il
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