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Lampedusa: Il filo spinato del supersindaco

da IL MANIFESTO (24/08/08) http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/24-Agosto-2008/art6.html

Il sindaco di Lampedusa, Bernardino de Rubeis, ha lanciato l'allarme dopo gli ultimi sbarchi di migranti e ha annunciato misure d'emergenza: filo spinato e ronde intorno al Centro di accoglienza per evitare fughe. Così intende proteggere i turisti che potrebbero, secondo lui, anche rimanere senz'acqua. Contro le false affermazioni del sindaco insorgono i consiglieri comunali dell'opposizione (Pd) che chiedono l'intervento del prefetto di Agrigento e del Capo dipartimento immigrazione del ministero degli interni per verificare la realtà.
Il sindaco di Lampedusa probabilmente rimpiange il lager della Misericordia dove i migranti venivano tenuti tra i liquami delle latrine. Perché ora invece che il Centro di primo soccorso e accoglienza è in grado di far fronte anche alle emergenze provocate dagli ultimi, numerosi, sbarchi, grida all'allarme. Il sindaco aspirante sceriffo non è nuovo a provocazioni e approfitta della fuga di due migranti, che hanno bevuto qualche bicchierino in più, per annunciare le nuove misure che intende adottare: «entro 48 ore ripristinerò il filo spinato attorno al centro, come quando c'era l'esercito ed istituirò delle ronde di sorveglianza intorno alla struttura». Sarà l'influenza della sua vice, la senatrice leghista Angela Maraventano, a suggerirgli l'uso delle ronde, ma le decisioni del sindaco sembrano dettate da mania di protagonismo o forse anche da altri interessi, sicuramente non legati al futuro dell'isola. Il numero dei migranti finora fuggiti dal Cspa è assolutamente irrisorio e comunque, dal punto di vista giuridico, uscire da un centro di accoglienza è un diritto non un reato. Per fortuna in Italia la detentenzione amministrativa non è ancora legge.
Comunque, il sindaco estenderà l'area controllata intorno al Cspa con il filo spinato e nuovi vigilantes privati. Se si privatizza la guerra con i contractors perché non avviare un nuovo business anche per la guerra contro i migranti?
«Non c'è nessuna emergenza né di carattere igienico-sanitario né di ordine pubblico, sia a Lampedusa che al Centro di primo soccorso e accoglienza» sostengono i consiglieri comunali dell'opposizione (Partito democratico) che hanno inviato una nota al prefetto di Agrigento e al Capo del Diparitmento immigrazione del ministero degli interni invitandoli a verificare di persona la falsità delle affermazioni del sindaco e a prendere gli opportuni provvedimenti. «Condanniamo fermamente toni e contenuti della dichiarazione del sindaco - aggiunge Giuseppe Palmeri, capogruppo del Pd - tendenti a delineare artatamente un contesto di emergenza che in realtà non esiste e ciò esclusivamente per alimentare nell'opinione pubblica paura e allarmismo e innescare nei confronti del governo il solito meccanismo delle misure straordinarie, delle ordinanze urgenti, dello spreco di denaro pubblico per militarizzare ulteriormente la nostra isola».
Il pretesto del sindaco è garantire il settore turistico che sarebbe minacciato dai migranti che non solo disturberebbero la quiete dei bagnanti ma metterebbero a repentaglio anche la disponibilità di acqua. Per ora da Lampedusa ci confermano che l'acqua non manca e probabilmente i turisti non hanno nemmeno notizie dell'arrivo di tanti migranti. E se due sono scappati e si sono ubriacati si saranno confusi tra i tanti turisti che affollano i bar per l'aperitivo, anche in questo caso con una tendenza nordica, quello che va per la maggiore è lo sprizz.
Per la verità l'unico disincentivo al turismo viene dalle dichiarazioni del sindaco, della sua vice Maraventano e dai giornali che le accreditano. Se avessimo dato ascolto a queste affermazioni non saremmo mai andati in vacanza a Lampedusa e avremmo perso l'occasione di visitare un'isola fantastica con delle spiagge bellissime. Per fortuna sono in molti a non ascoltare le farneticazioni degli amministratori perché voli di linea e charter, oltre alle navi, continuano a sbarcare sull'isola migliaia di turisti. Che, anche volendo, non hanno praticamente nessuna occasione di imbattersi con i migranti, mentre il centro che li ospita, alla fine di una piccola valle, è difficile da scoprire. Intorno solo terre coltivate, le uniche dell'isola, qualche gregge di passaggio, e un po' più lontano delle villette, che non sono state abbandonate per la vicinanza del Centro di accoglienza.
In questi giorni i nuovi arrivi di migranti mettono a dura prova i lavoratori del Centro di accoglienza, disponibili 24 ore su 24. Con la presenza di 1.500 ospiti, contro gli 850 posti normalmente disponibili, «la situazione è pesante ma sotto controllo», ci dice il direttore, Cono Galipò.
Ma il sindaco minaccia: potrebbe mancare l'acqua, se non arrivano le navi cisterna. E perché non dovrebbero arrivare? Le abbiamo viste spesso in porto. Comunque tutta l'acqua usata al Cspa per la cucina e l'igiene è fornita con autobotti dalla prefettura che l'acquista dal comune, quella da bere è minerale e in bottiglia. A settembre dovrebbe iniziare la costruzione di un dissalatore per il Cspa, finanziato dal Ministero dell'interno, il cui appalto è già stato fatto, afferma il direttore Galipò.
Gran parte dell'acqua usata sull'isola è fornita dalle navi cisterna, oltre che da un dissalatore e dai pozzi scavati sull'isola. Nonostante la presenza di migliaia di turisti in estate l'acqua è disponibile. Caso mai se il sindaco volesse incrementare un turismo di qualità dovrebbe vietare alle barche di entrare nelle calette e arrivare quasi fino alla spiaggia oppure impedire che molti sacchetti di plastica vengano buttati a mare dalle barche sovraccariche di turisti che fanno il giro dell'isola. Per il resto è meglio che non rovini l'immagine di Lampedusa con falsi allarmi perché qualche operatore turistico potrebbe chiedere i danni.

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